mercoledì 22 aprile 2009

Socializzare conoscenza e interessi

Sto rileggendo in questi giorni il libro "E-learning 2.0" di Giovanni Bonaiuti per la mia tesi sulla comunicazione non verbale e ho riscoperto delle cose già lette, ma che avevo riposto nel cantuccio della memoria. Ho pensato quindi di condividere con voi alcuni spunti sui servizi di social bookmarking: essi possono venire utilizzati come alternativa ai normali motori di ricerca, dal momento che tengono traccia di chi ha creato il tag e consentono l’accesso ai bookmark della persona, fornendo così la misura della popolarità di quella risorsa.
Dunque l’atto della ‘taggatura’ possiede un valore pedagogico, in quanto restituisce all’utente un feedback sul senso dell’informazione che si sta memorizzando; inoltre i social bookmarking hanno utilità anche come strumento di condivisione di risorse con studenti all’interno di un corso, ad esempio, per la stesura di documenti a più mani (magari con Google documenti).
Un altro elemento interessante è la strutturazione dei tag sotto forma di cloud, le nuvolette (e chi di noi non le ha utilizzate nel proprio blog?) che visualizzano le parole con una dimensione proporzionale alla popolarità del tag medesimo, fornendo così un feedback sul numero di persone che hanno utilizzato quella particolare parola chiave. Ciò che emerge dall’uso di questi sistemi è visto da alcuni come un primo avvio di Web semantico realizzato dagli utenti.
Il valore aggiunto di questi strumenti web2.0 consiste nel fatto di decidere il potenziale e il significato delle risorse in modo trasparente e condiviso e di sottrarre, agli esperti e agli algoritmi utilizzati dai motori di ricerca, l’appannaggio della catalogazione e della significazione delle fonti del sapere.

Danilo

venerdì 17 aprile 2009

A proposito di blog didattici ...

A proposito di blog didattici realizzati con gli alunni, che ne dite di questi blog di una scuola primaria della provincia di Torino?

http://direzionedidattica.comune.carignano.to.it/blog/blog.html

Danilo

mercoledì 15 aprile 2009

La crisi della scuola

Da più parti si sostiene che la scuola sta vivendo una profonda crisi; alcune cause sono da attribuire ad alunni sempre meno studiosi, famiglie poco disponibili alla collaborazione e sempre più competitive con l’istituzione, insegnanti sfiduciati e poco desiderosi di cambiare le cose. Questi professionisti infatti avvertono un senso di inadeguatezza, di fallimento personale perché l’equazione insegnamento = apprendimento pare in molti casi non funzionare. Insegnare è una professione che non dà certezze, ma è foriera di imprevisti e spesso pone in luce contraddizioni. A parte rari felici casi di ricerca di adeguamento ed adesione alle innovazioni, un gran numero di docenti tende a perdere la sua identità e qualificazione professionale senza che queste vengano sostituite con qualche nuova iniziativa. L’insegnante non può pensare di applicare all’infinito repertori standard, ma la una cassetta degli attrezzi deve essere aperta, rimodernata, aggiornata e soprattutto usata. Ciò che prevale nelle nostre scuole è ancora una prassi standardizzata incentrata sulla quantità e molto meno sulla qualità. Di fronte a queste manchevolezze, il pericolo è che il soggetto che apprende viva la scuola come un dovere, un adempimento da assolvere e per riprendere quanto già sostenuto da più parti, abiti un non luogo, quindi rifugga da una consapevole formazione. L’autonomia scolastica può essere il mezzo per venire incontro alla diversificazione degli interventi, nel rispetto delle intelligenze dei discenti e dei contesti in cui essi vivono, ma anche in questo caso ciò che di vorrebbe fare è molto diverso da ciò che si può effettivamente realizzare spesso in virtù di un risparmio statale o locale. Uno degli aspetti di crisi della scuola è sicuramente dovuto anche ad un sovraccarico di funzioni a lei attribuite che contribuiscono a diffondere un senso di impotenza ed inadeguatezza. La crisi avvertita non è nata oggi, condivido la teoria che le tecnologie ne abbiamo accelerato il manifestarsi; esse infatti hanno creato un nuovo ambiente, hanno generato una nuova alfabetizzazione, nuove fonti di informazione che sovente la scuola e la famiglia stentano a controllare, nuovi modi di comunicare e di creare comunità. Forse mancava solo la scintilla che desse il via ad una palese richiesta di cambiamento che prima emetteva soltanto un po’ di fumo senza riuscire a destare allarme.

martedì 14 aprile 2009

Acceptable Use Policies for Internet Use

Rimeditando su un argomento che era emerso durante uno degli ultimi incontri sincroni con Andreas e cioè sulla Politica di uso accettabile di Internet, ho fatto alcune ricerche e ho trovato utili indicazioni su questo sito di cui condivido l'URL e che ho provveduto ad inserire anche in DELICIOUS:
http://www.media-awareness.ca/english/resources/special_initiatives/wa_resources/wa_teachers/backgrounders/acceptable_use.cfm

Danilo

venerdì 10 aprile 2009

I nostri giovani

I giovani sono una grande risorsa! Quando leggo i loro commenti nei blog indicati da Andreas (visto il grande numero, non riuscirei proprio a visionarli tutti) ho la conferma della ricchezza e delle potenzialità che traspaiono da ciò che scrivono. Credo di imparare e di aver imparato molto dalle nuove generazioni, non appartengo alla categoria di coloro che guardano ai ragazzi con diffidenza, che li giudicano incompetenti in virtù della loro giovane età. Al contrario è proprio il loro modo di affrontare le esperienze in modo spontaneo, senza timore di mettersi in gioco, di esporsi in maniera costruttiva senza fini di protagonismo che permette loro di “attivare” la creatività e far fronte alla novità in modo originale ed imprevedibile. Le nostre menti di adulti rintanati nelle personali fortezze fatte di presunta esperienza ci portano più a consolidare che a creare; per noi è più complesso e faticoso, anche se non impossibile (non saremmo qui insieme a completare un corso universitario), capire e rapportarci con il nuovo. Un grande elemento del mio PLE è certamente mio figlio, se durante i primi anni di vita è stato sostenuto ed “alfabetizzato” al mondo, ora proprio lui è diventato la mia bussola insostituibile per orientarmi nella modernità fatta di connessioni, di flessibilità, velocità e cambiamenti.

domenica 5 aprile 2009

Web e cittadinanza

Questa risorsa del web mi è sembrata così bella e così utile per sviluppare l'educazione alla cittadianza che ho pensato di condividerla ...





http://www.ilmondoascuola.rai.it/

I non nativi digitali hanno modificato il modo di approcciarsi al libro a seguito dell’utilizzo del web?

Colgo la riflessione- domanda di Maria Grazia posta nel sincrono di venerdì e provo a scrivere il mio pensiero. E’ vero, molti di noi trascorrono ore davanti al PC per scrivere, cercare, creare, leggere; cosa comporta questa modalità di lavoro nel nostro approccio al libro rispetto a quando l’informatica era in fasce? Per noi cresciuti con la cultura del testo scritto, il web è stato una preziosa scoperta che ha aperto opportunità di formazione e di conoscenza in modo nuovo permettendoci di allargare un orizzonte ben delineato e definito. Mi sento abbastanza a mio agio in questo mare di possibilità e di offerte varie, creative ed anche divertenti, imparo e condivido, attingo e rielaboro, mi sentirei spaesata se dovessi rinunciare a tutto ciò. Nonostante questo, il mio amore per i libri rimane intatto, mi piace leggerli, maneggiarli, scoprirli e riscoprirli a distanza di tempo, essi continuano a regalarmi momenti coinvolgenti di riflessione e divertimento, sono fonte di ricordi. Forse il cambiamento che mi sento di sottolineare è costituito da un approccio più critico rispetto al passato (magari è solo dovuto all’età), dalla necessità di ricercare un punto di vista diverso, un confronto tra posizioni divergenti, da una maggiore consapevolezza nelle scelte, tutti elementi maturati a seguito, forse, di un’abitudine alla “navigazione” reticolare. Nella mia rigida carriera scolastica era considerato dai miei prof un oltraggio all’autore non leggere integralmente un libro, ora “libera” da preconcetti, posso scegliere cosa omettere, non considerare od approfondire, impadronendomi così di ciò che mi serve e mi piace. Può essere quindi che il mio modo di approcciarmi alla lettura sia cambiato per gli effetti della rete o si tratta solo dell’esito di un percorso di maturazione? Ho qualche difficoltà a rispondere.

venerdì 3 aprile 2009

Perchè tutti applaudono alla Finlandia?

Se prescindiamo dalla cultura e dall'imprintig mentale che anima la società finlandese, vorrei buttare là alcuni punti che fanno capire la qualità del loro sistema scolastico e cosa manca a noi per migliorare realemente la nostra scuola:
  • in Finlandia la nozione di insuccesso scolastico quasi non esiste: la percentuale di giovani in uscita dal sistema formativo senza diploma è dello 0,3% (contro ad esempio il 20% del Canada)
  • alcuni insegnanti vengono incentivati per prendersi in carico, dopo le ore di lezione, gli allievi che manifestano difficoltà di apprendimento
  • gli insegnanti hanno la possibilità di avere colloqui, più volte alla settimana, con l'equipe degli psicologi della scuola per avere consigli
  • tutto il materiale scolastico è fornito gratuitamente agli alunni, garantendo l'effettiva gratuità della scuola
  • le scuole non vengono messe in concorrenza tra di loro, in quanto i risultati ottenuti dagli allievi non vengono pubblicizzati
  • la professione docente gode di prestigio sociale e i giovani laureati cercano di dedicarsi all'insegnamento
  • l'alunno entra in contatto con gli apprendimenti fondamentali a 7 anni (un anno dopo rispetto all'Italia) riconoscendo l'importanza dei ritmi di maturità psicologica per un apprendimento produttivo
  • la buona dotazione di mezzi materiali che sono indice di un'attenzione all'investimento nella scuola e possono contribuire a far trovare piacevole all'alunno l'ambiente e le attività
  • non ci sono tappe e programmi rigorosi da seguire per cui, se una classe ha raggiunto gli obiettivi prefissati con anticipo, si può prevedere di fermare il corso e sostituirlo con altre materie più difficili
  • il governo finlandese sa che l'investimento nella scuola alla lunga paga, cosa che da noi non si è ancora colta.

Danilo

giovedì 2 aprile 2009

Alcune notizie sulla scuola danese

Il sistema scolastico danese si fonda su una concezione dell'istruzione molto diversa da quella dei Paesi europei di matrice latina come l'Italia. In questo stato vige l'obbligo scolastico fino all'età di 16 anni, ma lo studente non è costretto a frequentare un'istituzione. E' infatti l'istruzione ad essere obbligatoria, non il fatto di andare o meno a scuola. La famiglia può scegliere di mandare un bambino ad una scuola oppure istruirlo a casa dopo aver garantito i requisiti necessari per raggiungere gli obiettivi stabiliti. L'istruzione prescolastica non è obbligatoria ma la maggior parte dei bambini danesi se ne avvantaggia, poiché la totalità delle donne lavora. La scuola dell’obbligo pone attenzione alla crescita individuale di ogni allievo, allo sviluppo di una personalità indipendente e matura e alla preparazione di ognuno ad essere membro di una società basata sulla libertà, sull'uguaglianza e sulla democrazia. Un altro aspetto per noi “anomalo” è quello che permette agli allievi di rimanere nello stesso gruppo-classe per tutta la durata del corso di studi. Ciò consente ad ogni studente di condividere le esperienze con persone provenienti da tutti gli ambienti sociali e di sviluppare le sue abilità in un contesto favorevole. I ragazzi hanno inoltre il vantaggio di poter essere seguiti da uno stesso insegnante per tutta la durata dell’istruzione. Tale insegnante può quindi arrivare a conoscere in modo approfondito ogni allievo, la sua personalità, le sue attitudini e la sua situazione familiare ed essere quindi in grado di offrire consulenza e supporto personalizzati. Il sistema scolastico danese è da sempre decentralizzato e tutte le decisioni concernenti i contenuti educativi vengono prese a livello locale. Questo consente ai genitori e agli studenti di avere una notevole influenza sul funzionamento della scuola.
Gli istituti vengono finanziati dai singoli comuni. Il ruolo del Ministero dell'Istruzione è principalmente quello di fissare gli obiettivi da raggiungere in ogni materia, ma le autorità locali e le scuole hanno il diritto di replicare a tali decisioni. Le linee guida del Ministero hanno solo titolo di raccomandazioni, le scuole possono fissare esse stesse i loro programmi di studio.
Alla fine del corso di studi obbligatorio gli studenti possono optare fra due tipi di esame: l'esame di licenza normale (dopo il 9 o il 10 livello) o l'esame di licenza avanzato (solo dopo il 10 livello). Essi sono regolamentati secondo standard uguali per tutto il Paese; le prove scritte sono preparate e corrette dall'autorità centrale. Ad ogni modo, gli esami non sono obbligatori e la decisione viene presa individualmente da ogni allievo dopo essersi consultato con gli insegnanti e i genitori. In Danimarca esistono scuole private, ma il numero degli studenti che le frequentano rimane bassa (non più del 12%); la scelta della scuola pubblica risiede nel fatto che gli studenti sono seguiti meglio e i genitori hanno più voce in capitolo.
Quasi tutti i giovani danesi proseguono gli studi dopo aver finito l'obbligo, solo il 5% smette di studiare. Esistono due tipi di scuola secondaria superiore non professionale: il gymnasium, che dura 3 anni e che forma gli studenti per gli studi a livello universitario e scuole che li preparano ad affrontare gli esami a livello superiore in una o più discipline. Per essere ammesso a frequentare il gymnasium, ogni studente deve aver completato i nove anni di istruzione obbligatoria ed aver studiato inglese ed un'altra lingua straniera. I voti vanno dallo 0 al 13. Per superare la prova il ragazzo deve aver ottenuto una media minima di 6 sia nei corsi frequentati durante l'anno che nell'esame finale. Oltre a questo, durante il gymnasium i progressi degli studenti vengono valutati continuamente e i voti vengono assegnati solo alla fine di ogni semestre.
Le scuole sono gestite in maniera non gerarchica e sia gli insegnanti che gli studenti partecipano attivamente alle decisioni a tutti i livelli. Gli studenti in particolare hanno voce in capitolo per quanto riguarda sia l'insegnamento che i programmi di esame.
Vi sono inoltre, alcuni insegnanti con una formazione particolare che dedicano fino ad un terzo del loro orario alla funzione di consulenti degli studenti, sia per quanto riguarda l'orientamento che le situazioni personali.

Inserimento DELICOUS

Se qualcuno volesse inserire il proprio Deliciuos nel blog ed avesse difficoltà, io ho seguito le indicazioni di questo video; a dire il vero l'immagine non è nitida, ma la spiegazione è sufficiente per poter procedere.

Free Educational Technology Tools

Condivido con voi questo materiale che ho trovato sulle tecnologie del Web2 per l'educazione, in quanto mi pare dia buone indicazioni.

Danilo