domenica 5 aprile 2009

I non nativi digitali hanno modificato il modo di approcciarsi al libro a seguito dell’utilizzo del web?

Colgo la riflessione- domanda di Maria Grazia posta nel sincrono di venerdì e provo a scrivere il mio pensiero. E’ vero, molti di noi trascorrono ore davanti al PC per scrivere, cercare, creare, leggere; cosa comporta questa modalità di lavoro nel nostro approccio al libro rispetto a quando l’informatica era in fasce? Per noi cresciuti con la cultura del testo scritto, il web è stato una preziosa scoperta che ha aperto opportunità di formazione e di conoscenza in modo nuovo permettendoci di allargare un orizzonte ben delineato e definito. Mi sento abbastanza a mio agio in questo mare di possibilità e di offerte varie, creative ed anche divertenti, imparo e condivido, attingo e rielaboro, mi sentirei spaesata se dovessi rinunciare a tutto ciò. Nonostante questo, il mio amore per i libri rimane intatto, mi piace leggerli, maneggiarli, scoprirli e riscoprirli a distanza di tempo, essi continuano a regalarmi momenti coinvolgenti di riflessione e divertimento, sono fonte di ricordi. Forse il cambiamento che mi sento di sottolineare è costituito da un approccio più critico rispetto al passato (magari è solo dovuto all’età), dalla necessità di ricercare un punto di vista diverso, un confronto tra posizioni divergenti, da una maggiore consapevolezza nelle scelte, tutti elementi maturati a seguito, forse, di un’abitudine alla “navigazione” reticolare. Nella mia rigida carriera scolastica era considerato dai miei prof un oltraggio all’autore non leggere integralmente un libro, ora “libera” da preconcetti, posso scegliere cosa omettere, non considerare od approfondire, impadronendomi così di ciò che mi serve e mi piace. Può essere quindi che il mio modo di approcciarmi alla lettura sia cambiato per gli effetti della rete o si tratta solo dell’esito di un percorso di maturazione? Ho qualche difficoltà a rispondere.

4 commenti:

  1. Come Claudia anche a me era stata inculcato il principio di sacralità del libro di testo.
    Non si può negare che il contatto materiale con la carta, con il suo profumo che può essere di stampa fresca come stantio; le eventuali annotazioni,il ritrovamento della stagnola di un gianduiotto, piuttosto che la viola del pensiero essiccata, suscitano reazioni emotive del tutto particolari: nostalgie, ricordi; oppure permettono di ricostruire un momento passato.

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  2. Sono d'accordo con le argomentazioni di Claudia e Michela; noi siamo una generazione di digital immigrants, dunque non siamo avvezzi alla tecnologia fine a se stessa, la dobbiamo sempre ricondurre a qualcosa a noi familiare. Il libro e il suo contatto fisico/materiale per noi è foriero di piacevoli sensazioni; abbiamo bisogno (almeno nel mio caso) di riportare il digitale all'analogico per cui, anche se siamo in situazione di testo elettronico, lo dobbiamo stampare e riportare al cartaceo per leggerlo con maggiore attenzione e rifletterci su, sottolinearlo, scrivere annotazioni e glosse a lato... Ma i digital natives sono veramente così? Vi propongo un software molto bello che ho trovato nelle mie peregrinazioni sul web e che ho utilizzato per costruire un e-book con i bambini sulla storia della nostra città (da noi riscritta); si chiama exebook self publisher: http://www.exebook.com/

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  3. Dan mi puoi spiegare come funzione questo per creare e-book? è facile da usare? e per scaricarlo? è free?
    grazie

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  4. Ciao Enrico, è facile l'utilizzo del software ed è scaricabile gratuitamente. Io l'ho utilizzato per creare un e-book con i bambini di quarta e devo dire che il risultato finale era molto gradevole. Noi avevamo inserito immagini e disegni prodotti da noi e scansionati, con relativi testi autoprodotti. Si può anche scegliere tra una gamma di effetti visivi. Se hai bisogno di altre spiegazioni chiedi pure.
    Ciao

    Danilo

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