mercoledì 22 aprile 2009

Socializzare conoscenza e interessi

Sto rileggendo in questi giorni il libro "E-learning 2.0" di Giovanni Bonaiuti per la mia tesi sulla comunicazione non verbale e ho riscoperto delle cose già lette, ma che avevo riposto nel cantuccio della memoria. Ho pensato quindi di condividere con voi alcuni spunti sui servizi di social bookmarking: essi possono venire utilizzati come alternativa ai normali motori di ricerca, dal momento che tengono traccia di chi ha creato il tag e consentono l’accesso ai bookmark della persona, fornendo così la misura della popolarità di quella risorsa.
Dunque l’atto della ‘taggatura’ possiede un valore pedagogico, in quanto restituisce all’utente un feedback sul senso dell’informazione che si sta memorizzando; inoltre i social bookmarking hanno utilità anche come strumento di condivisione di risorse con studenti all’interno di un corso, ad esempio, per la stesura di documenti a più mani (magari con Google documenti).
Un altro elemento interessante è la strutturazione dei tag sotto forma di cloud, le nuvolette (e chi di noi non le ha utilizzate nel proprio blog?) che visualizzano le parole con una dimensione proporzionale alla popolarità del tag medesimo, fornendo così un feedback sul numero di persone che hanno utilizzato quella particolare parola chiave. Ciò che emerge dall’uso di questi sistemi è visto da alcuni come un primo avvio di Web semantico realizzato dagli utenti.
Il valore aggiunto di questi strumenti web2.0 consiste nel fatto di decidere il potenziale e il significato delle risorse in modo trasparente e condiviso e di sottrarre, agli esperti e agli algoritmi utilizzati dai motori di ricerca, l’appannaggio della catalogazione e della significazione delle fonti del sapere.

Danilo

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