venerdì 7 agosto 2009

Finalmente...

Dopo parecchio tempo anche io torno a scrivere su questo blog. Mi sento un po' in colpa per non essermi più dedicato a questo spazio, ma prima l'ansia della discussione (come Claudia), poi la felicità per il risultato inatteso e infine il desiderio di dedicarsi anche alla famiglia che è quella che più è stata trascurata in questo cammino verso la meta.
Ora arriva il tempo del riposo, degli hobbies personali, della riflessione sulla carriera professionale e sulle scelte giuste o sbagliate intraprese... I desideri, le aspirazioni sono molte, ma già si presentano altre occasioni che non so come interpretare e se acchiappare o meno. Non ci voglio pensare per il momento, voglio dedicarmi un po' a me stesso... poi chiederò consiglio agli amici veri, quelli che con me hanno condiviso questi anni di studio e questo cammino insieme. Qualcosa succederà. Per ora...
buone vacanze a tutti.

Danilo

lunedì 20 luglio 2009

Vacanze

Finalmente in vacanza! Non mi sembra vero potermi dedicare alla lettura di un libro che non sia un testo da studiare, godere di una passeggiata tra gli abeti dolomitici, ascoltare i rumori del lavoro contadino: la raccolta del fieno, il taglio della legna, la macina del granturco per gli animali… E’ come se avessi iniziato un nuovo capitolo dello stesso libro, il libro che ognuno di noi inizia a scrivere nel momento stesso in cui viene al mondo. So che nonostante questa sensazione di tranquillità e di benessere presto avrò nostalgia della mia vita cittadina, sarò alla ricerca di nuovi impegni di cui poi lamenterò la fatica ed il coinvolgimento. Questa contraddizione a volte mi spaventa, mi domando cosa faccia nascere il bisogno di “staccare” dalla consuetudine per poi desiderare di tornare alla vita di sempre, frenetica, intensa. Forse si tratta solo di stanchezza, della necessità di rigenerare le forze fisiche e mentali oppure, molto più pessimisticamente, l’uomo è un eterno insoddisfatto alla continua ricerca di qualcosa che non riesce a trovare?

lunedì 6 luglio 2009

Il traguardo si avvicina...

Dopo un lungo periodo di silenzio ritorno a scrivere alcune considerazioni. Questo è un periodo particolare, mi sento agitatissima in attesa della discussione della tesi al punto che le mie giornate sono disorganizzate, passo continuamente da una cosa da fare all’altra senza riuscire ad avere la concentrazione necessaria per eseguirle bene. Questo mi porta a pensare che i sentimenti, le sensazioni, le emozioni non hanno età, essi si manifestano in ogni periodo della vita dell’uomo e la ragione del loro sorgere ne determina l’intensità. Questa laurea per me costituisce un desiderio forte, la conclusione di un percorso che molto tempo fa ho lasciato incompiuto seppur per valide ragioni. Quando esprimo questo pensiero ad amici e colleghi molti sembrano non capire il mio punto di vista, sostengono in maniera educata ma inequivocabile che non vedono la ragione di impegnarsi per qualcosa che “ormai” non mi servirà a nulla. Io rispondo che servirà a me stessa, che il mio obiettivo non era orientato ad un fine utilitaristico ma personale, di crescita culturale ed umana. Ho imparato molto, faticato, riprovato l’ansia degli esami, la gioia della buona valutazione, la speranza che il prof non mi chiedesse proprio il paragrafetto non capito che avrei saputo ripetere malamente. Ho conosciuto persone animate dal mio stesso desiderio con alcune delle quali si è instaurato un legame forte, ci siamo aiutati in modo disinteressato, sostenuti nei momenti di difficoltà legati allo studio ma anche agli eventi spiacevoli che la vita ci riserva. Secondo me questa esperienza è stata una grande risorsa, un’ opportunità di arricchimento su più piani, che mai avrei conseguito se non avessi osato compiere questo percorso. Proverò un grande sollievo per la conclusione degli studi ma anche nostalgia, i tre anni trascorsi, così pieni e intensi, lasceranno il vuoto che prevedo dovrò colmare con un’altra avventura.

Claudia

giovedì 2 luglio 2009

Nativi o immigrant? Chi siamo?

Questo contributo sostiene e argomenta la tesi secondo cui i nativi digitali non sono del tutto contrapposti agli immigranti digitali, ma può sussistere una compenetrazione di abilità tra le due categorie e un arricchimento reciproco nell'approccio alle nuove tecnologie.

Danilo

Nativi Digitali vs Immigrant

giovedì 4 giugno 2009

La valutazione per la qualità

Essendo reduce dalla batteria delle prove INVALSI per la scuola primaria, dove sono stato come osservatore INVALSI, lancio la pietra nell'acqua e sto ad osservare le reazioni che può suscitare nel blog. Mi piacerebbe molto confrontarmi con voi e avere le vostre osservazioni, riflessioni, commenti oppure perplessità in merito all'argomento.
Vi segnalo anche a questo proposito un blog che ho incontrato cammin facendo:
http://lamaestravisaluta2.blogspot.com/2008/10/prove-invalsi.html

Danilo

sabato 16 maggio 2009

Fine anno, un po' di nostalgia

Siamo armai giunti quasi al termine di un altro anno scolastico; è il momento di bilanci anche per i nostri alunni. Io ricordo il momento in cui li ho conosciuti, frequentavano ancora la scuola materna ed erano stati accompagnati dalle loro maestre nelle nostre classi per “rompere il ghiaccio” ed essere sottoposti ad informali prove d’ingresso. Alcuni di loro piangevano, altri al contrario erano incuriositi e attenti. Cosa è cambiato in un anno? Hanno creato una comunità nuova, hanno vissuto frustrazioni e successi, sono diventati più sicuri ed autonomi, hanno imparato ad esprimersi, a leggere e a scrivere, ma soprattutto mi hanno regalato tante piccole soddisfazioni e dimostrazioni d’affetto. Quotidianamente ricevo disegni sotto i quali sono scritte frasi carine il più delle volte ricche di errori, ma genuine e sincere. Quanto vale un “Ti voglo tato bene” scritto su di un foglio di recupero, magari già scarabocchiato? Inutile scrivere la risposta!

mercoledì 6 maggio 2009

Dobbiamo "bilanciarci"?

Che dire? Potrei riassumere in una frase: esperienza bellissima, emotivamente pregnante e coinvolgente sia a livello conoscitivo che relazionale, sicuramente... da provare.
Mi sembrerebbe troppo riduttivo e sminuente lasciare ad una singola frase il compito di esprimere un'esperienza così emotivamente ricca e significante; proverò perciò a dire quali sono stati i cambiamenti personali che ne ho ricavato.
Come immigrant delle nuove tecnologie, le ho vissute in prima battuta come un arcano, un oggetto misterioso; con il progressivo utilizzo ne sono rimasto affascinato e il mio rapporto si è evoluto, sono stato coinvolto nella loro realtà liquida e mi sono ritrovato ad esserne proiettato all'interno. Ho dovuto inizialmente crearmi un tessuto di relazioni, digitali verso le tecnologie e umane verso gli altri naviganti; ogni approccio con questi ambienti "poco familiari" generava ansia, ora invece mi sento maggiormente a mio agio nello sperimentarli, nel viverli, perchè siano "luoghi" anzichè "non-luoghi". Mi piace lasciarmi avviluppare nella rete di connessioni del web, mi ci trovo a mio agio perchè so di poter contare su altri che, come me, sono disposti a fornire e richiedere aiuto, conoscenza, strategie di lavoro. Mi sento supportato dalla rete, in essa non mi espongo, ma mi propongo con i miei limiti e le mie potenzialità che metto a disposizione.
Questa esperienza con in "blogo-compagni" mi ha arricchito di conoscenze, abilità e umanità, ma soprattutto mi ha insegnanto a superare l'autoreferenzialità e l'individualismo, a capire che con gli altri si lavora di più e meglio. Ora anche io mi avvio verso il multitasking: riesco a seguire una chat mentre navigo, ad ascoltare mp3 in sottofondo mentre scrivo su un file di word. Questo per dire che anche la mia modalità di pensiero si sta evolvendo dal lineare al reticolare.
In conclusione, come autovalutazione, non posso che constatare i cambiamenti in positivo che questa esperienza ha prodotto; questo dovrebbe essere il vero spirito e la modalità autentica di lavoro di una università telematica: uscire dai luoghi sicuri e conosciuti, avventurarsi nel bosco per scoprire strade alternative senza perdersi, incrociare le proprie strade con quelle degli altri per provare insieme a percorrere sentieri che da soli non si riesce ad individuare o si ha paura a "camminare".

Danilo

Nati digitali?

Segnalo questo post sul blog del prof. Rivoltella che ritengo interessante.



Danilo

Ops :-( mi era sfuggito il link scusate; eccolo:
http://piercesare.blogspot.com/2009/03/nati-digitali.html

martedì 5 maggio 2009

E' tempo di bilanci...

E’ giunta l’ora dei bilanci, non certo per chiudere i conti quanto piuttosto per fare il punto della situazione. Se è vero che imparare significa cambiare comportamento, posso dire che ciò si è verificato nella mia formazione legata a questo percorso sia ragionando in termini di qualità sia di quantità. I due aspetti non sono slegati in quanto la nuova conoscenza acquisita, mi porta a modificare la modalità consueta con la quale agisco; esemplifico in modo molto banale: se fino a poco tempo fa creavo sul mio desktop una cartella contenente i link ai siti di mio interesse, ora in modo naturale utilizzo Deliciuos che mi permette di avere l’accesso ad essi da qualunque postazione senza dovermi ricordare la chiavetta sulla quale ho salvato copia della cartella. Un altro aspetto è l’utilizzo del feed che mi consente di risparmiare tempo nella ricerca delle novità e degli aggiornamenti riferiti a siti ai quali accedo più spesso. Conquiste come queste, sebbene possano apparire poco rilevanti e scontate, costituiscono altrettante piccole scoperte che oltre ad agevolare il lavoro quotidiano motivano a successivi passaggi. Il corso di editing multimediale così come ci è stato proposto è stato una rivelazione ed un successo; il nostro percorso è stato certamente imprevedibile, privo di convenzioni, svincolato da scadenze temporali, stimolante e ad alta motivazione all’apprendimento spesso realizzato per tentativi. Ogni corsista ha creato, esplorato, condiviso, riflettuto ed è stato invogliato a provare la novità, a mettersi in gioco anche solo osservando i prodotti dei compagni e leggendo gli interventi. Un corso tradizionale forse avrebbe comportato una gestione più semplice da parte del docente che avrebbe trasmesso dei contenuti da memorizzare e non necessariamente da applicare. Questo avrebbe comportato certamente meno entusiasmo da parte nostra, l’ approccio allo studio sarebbe stato pianificato in modo chiaro e scandito, avremmo lavorato con precisi riferimenti ai testi e avremmo così portato a termine l’ennesimo corso incentrato sui contenuti nella speranza di una ricaduta futura di quanto appreso nel nostro lavoro. E dopo? Più niente, a parte qualche ricordo sempre più labile nel tempo.
La mia personale competenza riguardo l’editing era e rimane abbastanza limitata, per me questo è un mondo solo parzialmente scoperto, ma le soddisfazioni semplici, forse insignificanti che ho ricevuto, esito di un “mio” percorso, magari confuso, “pasticciato”, ma profondamente vissuto, costituiscono una risorsa da continuare a coltivare ed accrescere.

mercoledì 22 aprile 2009

Socializzare conoscenza e interessi

Sto rileggendo in questi giorni il libro "E-learning 2.0" di Giovanni Bonaiuti per la mia tesi sulla comunicazione non verbale e ho riscoperto delle cose già lette, ma che avevo riposto nel cantuccio della memoria. Ho pensato quindi di condividere con voi alcuni spunti sui servizi di social bookmarking: essi possono venire utilizzati come alternativa ai normali motori di ricerca, dal momento che tengono traccia di chi ha creato il tag e consentono l’accesso ai bookmark della persona, fornendo così la misura della popolarità di quella risorsa.
Dunque l’atto della ‘taggatura’ possiede un valore pedagogico, in quanto restituisce all’utente un feedback sul senso dell’informazione che si sta memorizzando; inoltre i social bookmarking hanno utilità anche come strumento di condivisione di risorse con studenti all’interno di un corso, ad esempio, per la stesura di documenti a più mani (magari con Google documenti).
Un altro elemento interessante è la strutturazione dei tag sotto forma di cloud, le nuvolette (e chi di noi non le ha utilizzate nel proprio blog?) che visualizzano le parole con una dimensione proporzionale alla popolarità del tag medesimo, fornendo così un feedback sul numero di persone che hanno utilizzato quella particolare parola chiave. Ciò che emerge dall’uso di questi sistemi è visto da alcuni come un primo avvio di Web semantico realizzato dagli utenti.
Il valore aggiunto di questi strumenti web2.0 consiste nel fatto di decidere il potenziale e il significato delle risorse in modo trasparente e condiviso e di sottrarre, agli esperti e agli algoritmi utilizzati dai motori di ricerca, l’appannaggio della catalogazione e della significazione delle fonti del sapere.

Danilo

venerdì 17 aprile 2009

A proposito di blog didattici ...

A proposito di blog didattici realizzati con gli alunni, che ne dite di questi blog di una scuola primaria della provincia di Torino?

http://direzionedidattica.comune.carignano.to.it/blog/blog.html

Danilo

mercoledì 15 aprile 2009

La crisi della scuola

Da più parti si sostiene che la scuola sta vivendo una profonda crisi; alcune cause sono da attribuire ad alunni sempre meno studiosi, famiglie poco disponibili alla collaborazione e sempre più competitive con l’istituzione, insegnanti sfiduciati e poco desiderosi di cambiare le cose. Questi professionisti infatti avvertono un senso di inadeguatezza, di fallimento personale perché l’equazione insegnamento = apprendimento pare in molti casi non funzionare. Insegnare è una professione che non dà certezze, ma è foriera di imprevisti e spesso pone in luce contraddizioni. A parte rari felici casi di ricerca di adeguamento ed adesione alle innovazioni, un gran numero di docenti tende a perdere la sua identità e qualificazione professionale senza che queste vengano sostituite con qualche nuova iniziativa. L’insegnante non può pensare di applicare all’infinito repertori standard, ma la una cassetta degli attrezzi deve essere aperta, rimodernata, aggiornata e soprattutto usata. Ciò che prevale nelle nostre scuole è ancora una prassi standardizzata incentrata sulla quantità e molto meno sulla qualità. Di fronte a queste manchevolezze, il pericolo è che il soggetto che apprende viva la scuola come un dovere, un adempimento da assolvere e per riprendere quanto già sostenuto da più parti, abiti un non luogo, quindi rifugga da una consapevole formazione. L’autonomia scolastica può essere il mezzo per venire incontro alla diversificazione degli interventi, nel rispetto delle intelligenze dei discenti e dei contesti in cui essi vivono, ma anche in questo caso ciò che di vorrebbe fare è molto diverso da ciò che si può effettivamente realizzare spesso in virtù di un risparmio statale o locale. Uno degli aspetti di crisi della scuola è sicuramente dovuto anche ad un sovraccarico di funzioni a lei attribuite che contribuiscono a diffondere un senso di impotenza ed inadeguatezza. La crisi avvertita non è nata oggi, condivido la teoria che le tecnologie ne abbiamo accelerato il manifestarsi; esse infatti hanno creato un nuovo ambiente, hanno generato una nuova alfabetizzazione, nuove fonti di informazione che sovente la scuola e la famiglia stentano a controllare, nuovi modi di comunicare e di creare comunità. Forse mancava solo la scintilla che desse il via ad una palese richiesta di cambiamento che prima emetteva soltanto un po’ di fumo senza riuscire a destare allarme.

martedì 14 aprile 2009

Acceptable Use Policies for Internet Use

Rimeditando su un argomento che era emerso durante uno degli ultimi incontri sincroni con Andreas e cioè sulla Politica di uso accettabile di Internet, ho fatto alcune ricerche e ho trovato utili indicazioni su questo sito di cui condivido l'URL e che ho provveduto ad inserire anche in DELICIOUS:
http://www.media-awareness.ca/english/resources/special_initiatives/wa_resources/wa_teachers/backgrounders/acceptable_use.cfm

Danilo

venerdì 10 aprile 2009

I nostri giovani

I giovani sono una grande risorsa! Quando leggo i loro commenti nei blog indicati da Andreas (visto il grande numero, non riuscirei proprio a visionarli tutti) ho la conferma della ricchezza e delle potenzialità che traspaiono da ciò che scrivono. Credo di imparare e di aver imparato molto dalle nuove generazioni, non appartengo alla categoria di coloro che guardano ai ragazzi con diffidenza, che li giudicano incompetenti in virtù della loro giovane età. Al contrario è proprio il loro modo di affrontare le esperienze in modo spontaneo, senza timore di mettersi in gioco, di esporsi in maniera costruttiva senza fini di protagonismo che permette loro di “attivare” la creatività e far fronte alla novità in modo originale ed imprevedibile. Le nostre menti di adulti rintanati nelle personali fortezze fatte di presunta esperienza ci portano più a consolidare che a creare; per noi è più complesso e faticoso, anche se non impossibile (non saremmo qui insieme a completare un corso universitario), capire e rapportarci con il nuovo. Un grande elemento del mio PLE è certamente mio figlio, se durante i primi anni di vita è stato sostenuto ed “alfabetizzato” al mondo, ora proprio lui è diventato la mia bussola insostituibile per orientarmi nella modernità fatta di connessioni, di flessibilità, velocità e cambiamenti.

domenica 5 aprile 2009

Web e cittadinanza

Questa risorsa del web mi è sembrata così bella e così utile per sviluppare l'educazione alla cittadianza che ho pensato di condividerla ...





http://www.ilmondoascuola.rai.it/

I non nativi digitali hanno modificato il modo di approcciarsi al libro a seguito dell’utilizzo del web?

Colgo la riflessione- domanda di Maria Grazia posta nel sincrono di venerdì e provo a scrivere il mio pensiero. E’ vero, molti di noi trascorrono ore davanti al PC per scrivere, cercare, creare, leggere; cosa comporta questa modalità di lavoro nel nostro approccio al libro rispetto a quando l’informatica era in fasce? Per noi cresciuti con la cultura del testo scritto, il web è stato una preziosa scoperta che ha aperto opportunità di formazione e di conoscenza in modo nuovo permettendoci di allargare un orizzonte ben delineato e definito. Mi sento abbastanza a mio agio in questo mare di possibilità e di offerte varie, creative ed anche divertenti, imparo e condivido, attingo e rielaboro, mi sentirei spaesata se dovessi rinunciare a tutto ciò. Nonostante questo, il mio amore per i libri rimane intatto, mi piace leggerli, maneggiarli, scoprirli e riscoprirli a distanza di tempo, essi continuano a regalarmi momenti coinvolgenti di riflessione e divertimento, sono fonte di ricordi. Forse il cambiamento che mi sento di sottolineare è costituito da un approccio più critico rispetto al passato (magari è solo dovuto all’età), dalla necessità di ricercare un punto di vista diverso, un confronto tra posizioni divergenti, da una maggiore consapevolezza nelle scelte, tutti elementi maturati a seguito, forse, di un’abitudine alla “navigazione” reticolare. Nella mia rigida carriera scolastica era considerato dai miei prof un oltraggio all’autore non leggere integralmente un libro, ora “libera” da preconcetti, posso scegliere cosa omettere, non considerare od approfondire, impadronendomi così di ciò che mi serve e mi piace. Può essere quindi che il mio modo di approcciarmi alla lettura sia cambiato per gli effetti della rete o si tratta solo dell’esito di un percorso di maturazione? Ho qualche difficoltà a rispondere.

venerdì 3 aprile 2009

Perchè tutti applaudono alla Finlandia?

Se prescindiamo dalla cultura e dall'imprintig mentale che anima la società finlandese, vorrei buttare là alcuni punti che fanno capire la qualità del loro sistema scolastico e cosa manca a noi per migliorare realemente la nostra scuola:
  • in Finlandia la nozione di insuccesso scolastico quasi non esiste: la percentuale di giovani in uscita dal sistema formativo senza diploma è dello 0,3% (contro ad esempio il 20% del Canada)
  • alcuni insegnanti vengono incentivati per prendersi in carico, dopo le ore di lezione, gli allievi che manifestano difficoltà di apprendimento
  • gli insegnanti hanno la possibilità di avere colloqui, più volte alla settimana, con l'equipe degli psicologi della scuola per avere consigli
  • tutto il materiale scolastico è fornito gratuitamente agli alunni, garantendo l'effettiva gratuità della scuola
  • le scuole non vengono messe in concorrenza tra di loro, in quanto i risultati ottenuti dagli allievi non vengono pubblicizzati
  • la professione docente gode di prestigio sociale e i giovani laureati cercano di dedicarsi all'insegnamento
  • l'alunno entra in contatto con gli apprendimenti fondamentali a 7 anni (un anno dopo rispetto all'Italia) riconoscendo l'importanza dei ritmi di maturità psicologica per un apprendimento produttivo
  • la buona dotazione di mezzi materiali che sono indice di un'attenzione all'investimento nella scuola e possono contribuire a far trovare piacevole all'alunno l'ambiente e le attività
  • non ci sono tappe e programmi rigorosi da seguire per cui, se una classe ha raggiunto gli obiettivi prefissati con anticipo, si può prevedere di fermare il corso e sostituirlo con altre materie più difficili
  • il governo finlandese sa che l'investimento nella scuola alla lunga paga, cosa che da noi non si è ancora colta.

Danilo

giovedì 2 aprile 2009

Alcune notizie sulla scuola danese

Il sistema scolastico danese si fonda su una concezione dell'istruzione molto diversa da quella dei Paesi europei di matrice latina come l'Italia. In questo stato vige l'obbligo scolastico fino all'età di 16 anni, ma lo studente non è costretto a frequentare un'istituzione. E' infatti l'istruzione ad essere obbligatoria, non il fatto di andare o meno a scuola. La famiglia può scegliere di mandare un bambino ad una scuola oppure istruirlo a casa dopo aver garantito i requisiti necessari per raggiungere gli obiettivi stabiliti. L'istruzione prescolastica non è obbligatoria ma la maggior parte dei bambini danesi se ne avvantaggia, poiché la totalità delle donne lavora. La scuola dell’obbligo pone attenzione alla crescita individuale di ogni allievo, allo sviluppo di una personalità indipendente e matura e alla preparazione di ognuno ad essere membro di una società basata sulla libertà, sull'uguaglianza e sulla democrazia. Un altro aspetto per noi “anomalo” è quello che permette agli allievi di rimanere nello stesso gruppo-classe per tutta la durata del corso di studi. Ciò consente ad ogni studente di condividere le esperienze con persone provenienti da tutti gli ambienti sociali e di sviluppare le sue abilità in un contesto favorevole. I ragazzi hanno inoltre il vantaggio di poter essere seguiti da uno stesso insegnante per tutta la durata dell’istruzione. Tale insegnante può quindi arrivare a conoscere in modo approfondito ogni allievo, la sua personalità, le sue attitudini e la sua situazione familiare ed essere quindi in grado di offrire consulenza e supporto personalizzati. Il sistema scolastico danese è da sempre decentralizzato e tutte le decisioni concernenti i contenuti educativi vengono prese a livello locale. Questo consente ai genitori e agli studenti di avere una notevole influenza sul funzionamento della scuola.
Gli istituti vengono finanziati dai singoli comuni. Il ruolo del Ministero dell'Istruzione è principalmente quello di fissare gli obiettivi da raggiungere in ogni materia, ma le autorità locali e le scuole hanno il diritto di replicare a tali decisioni. Le linee guida del Ministero hanno solo titolo di raccomandazioni, le scuole possono fissare esse stesse i loro programmi di studio.
Alla fine del corso di studi obbligatorio gli studenti possono optare fra due tipi di esame: l'esame di licenza normale (dopo il 9 o il 10 livello) o l'esame di licenza avanzato (solo dopo il 10 livello). Essi sono regolamentati secondo standard uguali per tutto il Paese; le prove scritte sono preparate e corrette dall'autorità centrale. Ad ogni modo, gli esami non sono obbligatori e la decisione viene presa individualmente da ogni allievo dopo essersi consultato con gli insegnanti e i genitori. In Danimarca esistono scuole private, ma il numero degli studenti che le frequentano rimane bassa (non più del 12%); la scelta della scuola pubblica risiede nel fatto che gli studenti sono seguiti meglio e i genitori hanno più voce in capitolo.
Quasi tutti i giovani danesi proseguono gli studi dopo aver finito l'obbligo, solo il 5% smette di studiare. Esistono due tipi di scuola secondaria superiore non professionale: il gymnasium, che dura 3 anni e che forma gli studenti per gli studi a livello universitario e scuole che li preparano ad affrontare gli esami a livello superiore in una o più discipline. Per essere ammesso a frequentare il gymnasium, ogni studente deve aver completato i nove anni di istruzione obbligatoria ed aver studiato inglese ed un'altra lingua straniera. I voti vanno dallo 0 al 13. Per superare la prova il ragazzo deve aver ottenuto una media minima di 6 sia nei corsi frequentati durante l'anno che nell'esame finale. Oltre a questo, durante il gymnasium i progressi degli studenti vengono valutati continuamente e i voti vengono assegnati solo alla fine di ogni semestre.
Le scuole sono gestite in maniera non gerarchica e sia gli insegnanti che gli studenti partecipano attivamente alle decisioni a tutti i livelli. Gli studenti in particolare hanno voce in capitolo per quanto riguarda sia l'insegnamento che i programmi di esame.
Vi sono inoltre, alcuni insegnanti con una formazione particolare che dedicano fino ad un terzo del loro orario alla funzione di consulenti degli studenti, sia per quanto riguarda l'orientamento che le situazioni personali.

Inserimento DELICOUS

Se qualcuno volesse inserire il proprio Deliciuos nel blog ed avesse difficoltà, io ho seguito le indicazioni di questo video; a dire il vero l'immagine non è nitida, ma la spiegazione è sufficiente per poter procedere.

Free Educational Technology Tools

Condivido con voi questo materiale che ho trovato sulle tecnologie del Web2 per l'educazione, in quanto mi pare dia buone indicazioni.

Danilo

martedì 31 marzo 2009

Web 2.0 al MIT

Propongo questo esempio di applicazione del Web2 alla didattica attraverso la realizzazione, da parte del MIT (Massachusetts Institute of Technology), di un Open Courseware sulla ricostruzione della storia con i linguaggi visivi:


domenica 29 marzo 2009

La vera scuola ha bisogno di ...

Vorrei condividere due frasi che ho letto e ho trovato semplicemente vere, lo spirito che deve sorreggere la scuola e il processo di insegnamento/apprendimento:
"... la gioia di imparare è indispensabile alla scuola, là dove manca non ci sono studenti ma povere caricature di apprendisti" (S. Weil)
"La passione è la madre del pensiero, l'emozione è la madre della conoscenza".

Danilo

sabato 28 marzo 2009

Il pacco

Dopo aver letto il post di Andreas su “il pacco” ed aver visitato i diversi link, ho avuto delle conferme ai miei pensieri e cioè che le risorse (attuali e provvisorie) che questo nostro web ci offre sono infinite. Il problema è conoscerne fino in fondo le potenzialità, provare a sperimentarle inventando modalità di applicazione adattabili ai diversi contesti in cui ci troviamo ad operare. Certamente nella scuola occorre attenzione al “se”, al “come” e al “perché” usare gli strumenti del web e quali obiettivi si intendono perseguire. In molte realtà ci sono ancora problemi di tecnologie obsolete, specie nella scuola elementare, dove in alcuni dirigenti (sono rimasti in pochi, ma a me è toccato) stenta ad affermarsi l’idea che il nostro insegnamento vada ben oltre l’utilizzo di Word, Paint o al massimo di DVD dimostrativi. Personalmente ritengo che un blog di classe sia una bella avventura da intraprendere; oltre alle sei ragioni per realizzarlo, attinte da uno dei link del post

  • It gives your students an authentic purpose to write

  • Students have a real goal in sight when using the writing process
  • It allows your students to share their work with family members around the world.
  • It provides a way to create and explore media texts as a natural extension of the writing process.
  • It introduces your students to a new genre and form.

  • It may inspire some of your students to blog themselves and encourage them to see themselves as writers


aggiungerei la sua veste di possibile portfolio attraverso il quale l’alunno stesso, le famiglie, gli insegnanti possono prendere atto dei progressi, dei cambiamenti dei ragazzi in un percorso di formazione che non intenda solo quantificare le prestazioni. Tornando al “pacco” il concetto che mi disturba di più è che si continuino a proporre ovvietà come novità, pensando che se impacchettate, etichettate e formalizzate offrano una qualità migliore. E’ proprio l’utilizzo libero, esterno ad ogni piattaforma, che permette la nascita e la creazione di modalità nuove di connessione e produzione.
Inserisco un link, si tratta di un’intervista sul Web 2.0 suddivisa in due post http://www.oneweb20.it/24/06/2008/stefano-mizzella-didattica-e-web20/

venerdì 27 marzo 2009

L'idea di Enrico ...

"Ci saranno studi e attenzioni sull'uso delle immagini, dei video, delle musiche o sarà un semplice libro formato digitale??" Giusta osservazione la tua a proposito degli e-book che dovranno sostituire i libri cartacei!

"Proposta... i docenti della IUL realizzeranno un punto di incontro per i docenti per costruire Personal e-book!!" Ottima proposta! Io sono d'accordo e personalmente mi piacerebbe aderire alla tua idea, chissà se andrà avanti.
ciao

Danilo

mercoledì 25 marzo 2009

Flessibilità permanente

E-book vs. libri-di-carta: è davvero il modello di analisi più corretto?
Data la tematica di scottante attualità, tenendo presenti le nuove tipologie di adizioni dei libri di testo, vi segnalo questo blog davvero interessante:
http://knol.google.com/k/marco-guastavigna/flessibilit-permanente/6mt4qkarqmlp/40#

L'ho inserio anche in DELICIOUS.
Notte a tutti.

Danilo

Conoscenza, cultura, connessione, passione ...

Nel post di Andreas sul daily mi è piaciuta molto questa frase: “la conoscenza e la cultura sono fatte di apertura ad ogni novità, ogni stimolo, ogni imprevisto, ogni connessione. La sfida fondamentale relativa al futuro consiste nella capacità di aprirsi perché le più recenti grandi innovazioni sono venute fuori da essa”. E` vero, non possiamo più chiuderci nei nostri piccoli orticelli o grandi campi e coltivare la nostra personale utilità, seguendo una logica individualistica. E` tempo di condividere, di mettere a disposizione degli altri le nostre conoscenze, competenze, potenzialità, di condividere con gli altri la nostra voglia di fare e di apprendere continuamente, la nostra energia mentale e perchè no... i nostri dubbi, le nostre insicurezze e la nostra sete di conoscenza. Attraverso le connessoni e il non isolamento possiamo arricchirci degli altri, della loro energia, della loro passione di trasmettere e così possiamo crescere. La rete umana,le connessioni ci possono liberare dal nostro individualismo saccente e allora forza ... coltiviamole!
Vorrei ancora citare alcune frasi che ho letto in un documento e che mi sono parse in sintonia con quello che dice Andreas: “l’apprendimento non deve ignorare che l’intelligenza può essere guidata soltanto dal desiderio e perchè ci sia desiderio deve esserci anche piacere e gioia. Allora è necessario promuovere forme e spazi di socializzazione animati dal desiderio, creare legami sociali e di pensiero…”E ancora: “l’isolamento senza comunità è semplicemente solitudine…”

Danilo

Commento al post odierno di Andreas nel Daily

Ancora una volta emerge a livelli diversi come la “chiusura” sia ancora l’orientamento dominante nei vari ordini di scuola. Resta appannaggio di pochi la consapevolezza che ogni cittadino del nostro tempo e ancor di più le nuove generazioni, hanno bisogno di una formazione che consenta loro l’acquisizione di abilità variegate, duttilità di pensiero, conoscenze sempre più specialistiche che nessun libro o formazione scolastica tradizionale può impartire. Come riuscire allora a conseguire questi obiettivi formativi? Senz’altro sono indispensabili l’impegno personale, la tenacia, ma questi requisiti da soli non bastano. Cosa serve ancora? Occorrono “gli altri” come risorsa preziosa da cui attingere, con cui confrontarsi e scontrarsi, con cui negoziare e costruire giorno dopo giorno una competenza nuova. Ma chi sono questi interlocutori? Sono coloro con cui interagiamo nella vita quotidiana a livelli diversi e per scopi differenti, ma ancor di più sono coloro con i quali entriamo virtualmente in contatto utilizzando le potenzialità che Internet offre. Io penso alla mia esperienza universitaria e mi sento di sostenere che in questi anni ho imparato molto dai miei compagni di studi; lo spazio virtuale per la condivisione dei nostri lavori (non per una infruttuosa copiatura, ma per crescere insieme culturalmente), i forum, l’aula studenti… e adesso gli strumenti esterni alla piattaforma IUL, ancor più ricchi di opportunità e libertà, sono fonte di continue scoperte e conoscenze che mai avrei acquisito impegnandomi in uno studio individuale. Credo che le circostanze della vita quasi certamente non avrebbero favorito il nostro reciproco incontro, eppure ci siamo virtualmente trovati, conosciuti attraverso ciò che di ognuno è emerso cammin facendo, abbiamo spesso lavorato in gruppo e realizzato progetti che non solo sono stati condivisi, ma sperimentati nelle nostre classi nelle quali abbiamo “riversato” le novità che a noi sono parse belle e costruttive. Questo secondo me è un esempio di felice occasione formativa ed affettiva.

martedì 24 marzo 2009

Ciao Valeria ...

Carissima Vale, condivido quello che ha scritto Claudia (che di noi tre è la più saggia); capisco che questa 'esperienza a tre' ti possa far sentire un po' chiusa nelle tue possibilità e allora hai preso la decisione migliore, anche se personalmente io ho vissuto fin dall'inizio questa scelta di unione come un modo rassicurante per affrontare il nuovo e l'incerto (tre spalle sopportano meglio di una!). Con il maturare dell'esperienza con Andreas quello che all'inizio spaventava ora è diventato coinvolgimento allo stato puro... ma comunque in questo blog si è sempre svolto all'insegna della piena libertà di espressione di ciascuno di noi.
Io sono un nostalgico e per questo mi dispiace lasciarti andare; è come se appena completato un puzzle tu ne perdessi un pezzo... manca qualcosa! Certamente tra di noi continua tutto come prima e le connessioni acchiapperanno il tuo nuovo blog. Mi segnerò subito tra i tuoi lettori fissi... per ora un grosso ciao :-)

Danilo

le connessioni si modificano

Mi sono un po’ persa in questi giorni….(probabilmente anch’io come Rebecca scrivo più di “pancia” che di testa) giravo intorno a tutti questi blog ma…..non veniva fuori niente.
Sono un’istintiva, un’umorale, quando non va non va e basta…..c’era qualcosa che non girava. Allora mi sono buttata su altro, ho rifatto un pezzetto di tesi, ho studiato latino con mio figlio, ho perso un po’ di tempo con gli amici di Facebook (le connessioni bisogna coltivarle!!), ho provato a pensare a come utilizzare in classe tutto quello che sto imparando qui con voi………..ma una parte del mio cervello continuava a tormentarsi “…blog, Andreas, delicious, post, tag………”
Ora penso di aver capito cosa mi disturbava, ho bisogno di uno spazio tutto mio, devo farmi un blog!!
Non abbiatene a male, Claudia e Danilo, non c’è assolutamente niente di personale in questo, per me siete sempre degli splendidi compagni di …viaggio ma il fatto di condividere il blog in qualche modo mi sembra limitante. In effetti questa esperienza nata quasi come un “dovere” si sta dimostrando molto coinvolgente e scopro di avere bisogno di poter scrivere a ruota libera, magari “fuori tema” o provare a far pasticci senza paura di coinvolgere anche voi. Sono sicura che capirete……
Per tutti gli altri l’indirizzo del mio blog da inserire tra i vostri feed:
valeiul.blogspot.com


A presto

lunedì 23 marzo 2009

Ancora connessioni

Le connessioni giorno dopo giorno si alimentano, si estinguono, si modificano. Pensiamo agli incontri della nostra vita, a quante persone abbiamo conosciuto, stimato, ammirato, alcune ci sono ancora vicine, con altre i rapporti sono cambiati in meglio o in peggio, altre ancora non le vediamo né sentiamo più. Le connessioni quindi si generano, si ampliano, cambiano e possono spegnersi. Alcune sono più facili da mantenere per affinità di carattere, di interessi, altre richiedono un po’ più di fatica ma resistono, perché sono comunque per noi emotivamente importanti; quelle che amareggiano di più sono quelle che si estinguono, dolorose sempre anche quando ne è causa una ragione importante, qualcosa si spezza, la tela tessuta fino a quel momento non è stata sufficientemente robusta ed il ragno si trova aggrappato a ciò che rimane della sua fine costruzione. Coltivare le connessioni implica sensibilità, disponibilità, buonsenso e anche autocontrollo, qualunque produzione umana affinchè sia gradevole e ben fatta richiede impegno e dedizione, l’opera che ne scaturisce è fonte di soddisfazione che spesso compensa il tempo impiegato per costruirla.
Claudia

domenica 22 marzo 2009

Facciamo video

Oggi, pensando ai software di video editing di cui abbiamo parlato nel wiki del diario, inserisco un video che ho realizzato con VideoSpin ...

Ciao

Danilo

venerdì 20 marzo 2009

Una WebTv nel blog ...

Esco un po' dal binario del blog, ma mi è venuta la curiosità per un canale video da implementare sul blog e così ho fatto un po' di ricerche in rete; ho trovato alcune dritte su un servizio molto interessante sia perchè è gratuito, sia perchè è semplice, ma anche perchè il risultato grafico sembra buono: si chiama MOGULUS.
Ora provo a descrivervi la procedura da seguire:
  1. digitate l'indirizzo: http://www.mogulus.com/ e nella finestra che vi compare cliccate su 'Sign Up and Launch a Channel'
  2. si aprirà un form per la registrazione dell'account (come quello che segue); compilate i campi necessari e cliccate sul pulsante 'Get my Producer Account'
  3. si apre ora un'altra piccola finestra
4. compilare i campi come segue:

Channel name: inserire un nome da attribuire alla WebTv

Username e password: inserire user e password fornite al momento della registrazione

A questo punto cliccare su Create My Channel e la WebTv è pronta.

Occorre personalizzare alcuni parametri (colore, etc.)

Si accede alla My Channel Page

riempite i seguenti campi:

Short Name: vostro username

Channel link: link del canale televisivo con cui volete trasmettere

Full Name: il vostro nome completo

Channel logo: potete inserire un logo per la WebTv

Player Color: si può scegliere il colore di sfondo per la WebTv (player)

Upcoming events: inserire gli eventi

Description: descrizione del canale

Tags: inserire le tag

Category: inserire la tipologia del canale

Time zone: il fuso orario di appartenenza

Language: selezionare la lingua

Country: nazione

ora cliccate su Next Step

name: inserite il nome da visualizzare nella WebTv

Text color: scelta del colore del testo

Background color: scelta del colore di sfondo

Ticker speed: scelta della velocità dell'effetto di sfondo

Ora la personalizzazione è terminata, a questo punto la WebTv è pronta per essere inserita nel Blog o nel sito.

Danilo

mercoledì 18 marzo 2009

Una passeggiata... meditata

Leggendo il post di Claudia, il materiale messo a disposizione da Andreas e i vari altri blog che stanno crescendo e moltiplicandosi (quasi che ti senti perso se non riesci a stare dietro alle novità che ogni giorno appaiono) ... mi è venuta spontanea una riflessione: è bello uscire dal seminato, dal già conosciuto, dai luoghi sicuri della nostra piattaforma che ti fanno sentire più competente... anche se sai di non esserlo! E` bello camminare in un bosco di cui non conosci altro che la strada che stai facendo hic et nunc; è vero... rischi di perderti, ma ti rendi anche consapevole di tutte quelle bellezze che non conoscevi perchè ti nascondevi dietro alle tue certezze, come dietro ad un dito! Allora sì che ti saresti perso e avresti perso: perso la possibilità di arricchirti di conoscenze (come stiamo sperimentando noi), perso la possibilità di 'connetterti' con altri che ti possono arricchire, perso la possibilità di conoscere nuovi strumenti che ti daranno la voglia e lo stimolo per rinnovare realmente il tuo modo di relazionarti con gli alunni e di stimolarli.
E poi la cosa più bella di questa 'passeggiata nel bosco' è che non sei solo, che senti altri passi, su altri sentieri, non li vedi ma li senti... e poi ad un certo punto ti accorgi che ci sono e vedi le loro foto nella finestrella dei lettori del tuo blog e capisci che sei connesso e questo ti rende felice!

Danilo

Passeggiando nel bosco...

La lettura della metafora “La passeggiata nel bosco” mi ha suggerito alcune riflessioni legate al mio lavoro di insegnante. Cosa significa formare i ragazzi? Una risposta potrebbe essere: offrire il maggior numero di conoscenze possibili, stipando in metaforiche valigie quanto gli adulti ritengono possa loro servire in futuro (un tempo si usava l’espressione “fornire un bagaglio culturale”). Si potrebbe completare la definizione aggiungendo: fare in modo che queste conoscenze comprendano un ricco ventaglio di contenuti, identico per tutti, al fine di consentire un percorso di vita che permetta di avere a portata di mano il rimedio per ogni inconveniente. Direi che la formazione è niente o poco di tutto questo, io la intendo come un viaggio in cui esploriamo luoghi nuovi, ne scopriamo le risorse, le ricchezze, le brutture; alcuni di essi ci affascinano e ci ritorniamo volentieri, proseguiamo ed ampliamo l’esplorazione arricchendo la nostra esperienza; altri li ricordiamo solamente, li abbiamo conosciuti e questo ci basta. Ecco, io credo che sia necessario pensare a strategie di insegnamento che forniscano agli studenti abilità di esplorazione, creatività, gioia della scoperta, affinché ognuno possa trovare il percorso a lui più adatto per maturare competenze e abilità. Oggi si parla di personalizzazione ma quanto effettivamente riusciamo a realizzare questo obiettivo? E’ certamente meno dispendioso confezionare abiti in serie, uguali per tutti, piuttosto che “su misura” adattandoli alle caratteristiche e ai gusti dei clienti.
Claudia

sabato 14 marzo 2009

Tecnologie e scuola

Ho riassunto brevemente ai miei familiari il contenuto di quanto è stato oggetto di discussione ieri sera e mentre esponevo, emergevano alcune considerazioni sull’uso delle tecnologie in ambito scolastico. Io credo che un insegnante consapevole, responsabile, non ricorra ad esse per essere all’avanguardia o perché vittima più o meno inconsapevole del dilagante consumismo. Esprimo in poche parole come ne intendo l’uso nel mio lavoro. Io appartengo alla generazione di coloro che si sono formati all’insegna del libro di testo, della scuola rigida, anzi rigidissima (ne ho un pessimo ricordo) in cui agli studenti i prof si rivolgevano con il lei. Alla luce della mia esperienza ho sempre accolto con interesse proposte di innovazione nell’insegnamento che non fossero fondate esclusivamente su modelli riproduttivi impersonali e “freddi”; tra le praticabili rientrano quelle che comportano l’utilizzo della tecnologia. Rilevo due aspetti: il primo è che quest’ultima, sfruttando le potenzialità della rete, costituisce una preziosa risorsa per la divulgazione di materiali tra insegnanti, le buone pratiche vanno diffuse e promosse ed io vi attingo volentieri. Il secondo è che, imparare poco alla volta ad usare la tecnologia a cominciare dagli aspetti più banali, avanzando in un “mio” percorso, è stato per me fonte di soddisfazione e piacere; ho colto quindi in essa una possibilità nuova da offrire ai miei alunni per sperimentare, provare, tentare esperienze nuove al fine di imparare senza libro, senza esercizio scritto, senza valutazione, che desse loro le stesse gradevoli emozioni da me provate. Io e la mia collega Valeria da anni ormai non adottiamo i libri di testo, siamo giudicate dai colleghi “un po’ strane” e la domanda più frequente che ci viene rivolta è: ma come fate senza spiegazioni ed esercizi? Noi al contrario ci chiediamo come sia possibile seguire pagina dopo pagina una guida didattica o un sussidiario; il contenuto nasce, va ricercato, manipolato a seconda dei requisiti della classe e delle risposte che questa ci dà. Questo lavoro rifugge da ogni improvvisazione, richiede al contrario un grande lavoro per “non perdere le fila” e condurre comunque tutti ad una competenza adeguata. Speriamo sia una buona semina!

venerdì 13 marzo 2009

Are you connected?

Il tempo è sempre tiranno, ti sfugge mentre rincorri i tuoi mille impegni e allora riesco a sentirmi sempre in ritardo, il fanalino di coda... Che bello lo scritto di Andreas ... coltivare le connessioni ... stay online! Ho trovato delle verità profonde; vorrei provare a condividerne alcune, quelle che mi hanno fatto riflettere di più sia come insegnante, sia come utente del web:
"... è necessario rendersi conto che per utilizzare al meglio le nuove tecnologie di comunicazione dobbiamo imparare ad ignorarle".
" le reti crescono spontaneamente (e indipendentemente dalla conoscenza delle tecnologie aggiungo io) in modo caotico... Nessuno può controllare realmente il modo in cui una rete cresce".
"la rete, quando gode di buona salute, produce qualcosa che è superiore alla mera somma delle sue parti ... il nuovo nasce come cosa superiore alla somma delle sue parti".
"per esprimersi e agire in rete bastano competenze elementari e strumenti ... ubiquitari che le nuove generazioni usano quasi senza accorgersene".
"abbiamo perso la sensibilità necessaria per comunicare con le entità vive, non le sappiamo più ascoltare, non sappiamo più parlare loro" (siamo troppo scolarizzati, abbiamo bisogno di avere certezze derivanti dalle teorie).
"feed... rappresenta una connessione con un essere umano e tale connessione deve essere seguita, come una pianta nell'orto, affinchè dia i frutti sperati" (il vero significato di - coltivare le connessioni-).
Bellissima la metafora della passeggiata nel bosco; non possiamo pretendere di conoscere approfonditamente tutto il bosco, tutte le nostre connessioni; ci sono troppi aspetti, troppe sfaccettature. "... il modo migliore per raggiungere la conoscenza? Semplicemente godendosi una passeggiata, una, due, molte volte. Col passare del tempo conoscerete quel bosco".
Allora l'importante è connettersi, stabilire un rapporto e da questo lascarsi guidare e coltivarlo... (vi ricordate Zelig: papi, sei connesso?)

Danilo

giovedì 12 marzo 2009

Coltivare le connessioni....

Leggo in macchina mentre aspetto che mio figlio esca da scuola, leggo in sala d'aspetto dal dentista, leggo a scuola durante noiose e interminabili riunioni, leggo mentre sbircio la televisione, mentre aspetto che la torta cuocia....e tutto mi si affolla nella testa e gira....gira...gira; poi, d'improvviso, un flash: i pensieri prendono una forma più definita, si incastrano uno sull'altro fino a diventare.....qualcosa che può essere comunicato.
Ebbene, uno di questi pensieri riguarda le metafore, quella che mi è più congeniale è quella del MAESTRO e cito "...il vero maestro si disinteressa della quantità ma solo della qualità, perchè la quantità sarà affare del giovane ma è sulla ricerca della qualità che il maestro può essere utile."
Vorrei poterne fare il mio manifesto!! Altro che preoccuparsi di essere indietro con il programma, riempire quaderni e quaderni...i nostri alunni hanno bisogno di ben altri strumenti! QUALITA' QUALITA' QUALITA' dove è finita?
Forse almeno noi siamo sulla strada giusta per recuperare.....presuntuoso crederlo?????

mercoledì 11 marzo 2009

Connessione e dintorni

Oggi ho tentato un esperimento (a dire il vero non programmato), ho chiesto a bruciapelo ai miei alunni di 6-7 anni cosa significasse per loro "connettersi". Preciso che non è mai stata avviata alcuna discussione in proposito e non è mai stato spiegato il significato del termine. Dopo aver posto di getto la domanda mi sono chiesta quale peccato fossi in procinto di espiare, pensavo di essermi cacciata in un vicolo cieco, invece... ; riporto alcune risposte significative, scrivendo le parole precise usate dai bambini.
Connettersi vuol dire:
  • parlare
  • messaggiarsi
  • scriversi cose al PC o anche senza
  • guardarsi in un certo modo
  • diventare amici
  • lavorare insieme
  • volersi bene
  • aiutarsi a vicenda
  • imparare insieme

Credo che per essere in prima elementare le idee siano chiare.... gli "ingredienti" ci sono proprio tutti, adesso occorre "cucinarli" bene.

Claudia

lunedì 9 marzo 2009

Editing multimediale, mhhh...

Ciao a tutti; come ci è stato chiesto da Andreas dobbiamo definire l'editing multimediale.
Mi sembrava una cosa facile, avevo in mente il mio schema, la mia definizione quasi confezionata. Ci pensavo oggi pomeriggio e mi venivano in mente tante esperienze carine che ho fatto in questi anni... ricordavo dei video che ho realizzato a scuola con i bambini per concorsi a cui abbiamo partecipato, montaggi fotografici a cui mi sono appassionato, manipolazioni audio, attività che presuppongono che tu ci metta del tuo, oltre a smanettare con i diversi software che il mercato mette a disposizione e che consentono di editare nel vero senso del termine.
Ma ora che sto seguendo questo corso ho perso le mie certezze, sto rendendomi conto che conosco davvero poco di questo universo; probabilmente quello che avrei scritto qualche ora fa sull'editing multimediale è una serie di banalità da manuale.
Chiedo a chi ha idee più certe un aiuto: confrontiamoci su questa definizione e stiamo a vedere...

Editing multimediale.......?

Andreas chiede di scrivere cosa pensiamo sia l’editing, io credo sia una pratica che comporta abilità creative, capacità di utilizzare codici espressivi diversi (testuale, sonoro, visivo…) al fine di realizzare a livelli diversi (professionale, amatoriale…) prodotti che veicolino informazioni e consentano la comunicazione tra utenti. Se questa definizione può essere accettata, devo dire che la mia esperienza è piuttosto limitata, ho creato qualche volta CD amatoriali specie per personali scopi didattici, ho imparato a creare e condividere ed apprendere on line soprattutto in questi tre anni di esperienza IUL durante i quali molti docenti (non proprio tutti…) ci hanno richiesto produzioni singole o di gruppo impegnative ma curiose e gratificanti. Ho provato a creare un video con Movie Maker in occasione di un' attività proposta dal prof. Toschi, programma che a conferma di quanto letto in un post recente, a me ha creato molti problemi: il PC si “inchiodava” continuamente, i dati andavano persi ed ogni volta dovevo ricominciare. Ho provato un grande senso di fallimento tanto che ho rinunciato ad utilizzarlo (ed anche a creare il video limitandomi ad una storyboard cartacea).
Forse l’editing non è nulla di ciò che ho scritto, sono in trepidante attesa di scoprirlo…
Claudia

domenica 8 marzo 2009

Editing multimediale....che sarà mai?.....................

Che potrebbe essere ...questo Editing Multimediale?
Difficile darne una definizione non banale...se non avessi visto il video di Andreas e non avessi partecipato venerdì alla chat direi che si tratta di scrivere per il web utilizzando immagini, suoni, video, animazioni, introducendo magari anche gli strumenti offerti dal Web 2.0.
Ora però...........penso che una definizione del genere possa essere riduttiva, quindi mi aspetto di tutto e di più!!!!!!!!!

Ci sono anch'io


Ciao a tutti, io sono Valeria, ho 46 anni, vivo e lavoro a Venaria, in provincia di Torino. Da 26 anni insegno nella scuola elementare. Negli anni passati ho seguito le classi del mio plesso nelle attività di informatica essendo figura Strumentale per le Nuove Tecnologie e responsabile dei laboratori di informatica.

Come e-tutor ho partecipato a tutti i corsi Indire da Monfortic A e B a Fortic2 e ai corsi Neo-Assunti che seguo anche quest’anno.

Sono un'iperattiva, mi annoio facilmente, non riesco a stare ferma devo avere sempre qualcsa da fare, da pensare, fatico a rilassarmi. Ho una grande passione per le nuove tecnologie, mi piace sperimentare, provare, imparare.

Amo stare in mezzo alla gente, viaggiare, trascorrere il tempo libero con gli amici. Ho molti interessi: amo tutte le attività manuali-creative (pittura, decoupage, ricamo, bricolage....), gioco a tennis, corro, scio ma, anche se vivo vicino ai monti e trascorro buona parte dei week-end in montagna, l'ambiente che mi è più congeniale è il mare, adoro nuotare, fare immersioni, prendere il sole.

Il mio carattere un po’ instabile si riflette nella mia attività professionale, mi occupo dell’area linguistico-espressiva, quest’anno ho ricominciato con una classe prima. Ho 23 alunni che trovo carinissimi e ho grandi progetti!!!!! Fare sempre le stesse cose mi è insopportabile, più il tempo passa (e quanto ne dovrà ancora passare!!!!) più cresce in me l’esigenza di staccarmi dai soliti schemi e trovare nuovi percorsi da sperimentare.

Tre anni fa una ventata di aria nuova mi è arrivata dalla IUL, ho conosciuto tante persone interessanti con cui ho potuto sperimentare nuove forme di cooperazione…..ora ho la sensazione che questo nuovo corso, Editing multimediale, porterà altre sorprese,…..che bello, non vedo l’ora!!!!!!!!!!

Io sono...

Ciao, sono Claudia, insegno da parecchi anni nella scuola primaria e quest’anno ho una classe prima composta da 23 alunni. Sono sposata, ho un figlio ormai adulto ed un grazioso micio per amico. Mi piace molto studiare anche se sovente mi costa una grande fatica riuscire a conciliare famiglia, scuola, università.
Svolgo con piacere il mio lavoro che, al di là dei luoghi comuni, reputo impegnativo, creativo, vario. Ogni alunno è “un’entità” a sé con caratteristiche proprie, uniche ed irripetibili, pertanto le strategie che si adottano richiedono continui ripensamenti, correzioni, invenzioni. Il mio rapporto con le tecnologie è buono, le trovo indispensabili per il lavoro, per comunicare, per avere informazioni e per soddisfare i miei interessi; non sono un’esperta, sono consapevole delle mie limitate conoscenze che non mi consentono un loro utilizzo più ampio ed appropriato. Nel tempo libero mi piace tantissimo leggere, provo una grande soddisfazione a risolvere quiz di matematica, rompicapi, giochi enigmistici. Il mio carattere è quello tipico di un’ansiosa, devo pianificare per avere sicurezza; le novità comunque non mi dispiacciono, movimentano e stimolano la giornata, sono spesso fonte di percorsi interessanti e piacevoli. Amo la montagna, (però solo in versione estiva perché sono una freddolosa), mi piacciono le camminate nei boschi, il loro profumo (specie dopo la pioggia), la tranquillità che vi regna.
Ho una pregressa esperienza universitaria alle spalle presso la facoltà di farmacia dell’università di Torino, questo bellissimo percorso è rimasto incompiuto, con grande dispiacere, poiché ho iniziato a lavorare ed è stato necessario effettuare una scelta. Oggi a distanza di molti anni, dopo essermi occupata a tempo pieno della famiglia e dei miei alunni ho pensato che forse avrei potuto tacitare il senso di colpa che non mi ha mai abbandonata, per ricominciare a studiare e realizzare, (sebbene in un campo molto diverso rispetto al precedente) il mio giovanile desiderio. Dopo tanti tentennamenti sono partita… ed ora eccomi quasi al traguardo, ma che fatica! Per fortuna alla IUL ho incontrato molti amici con i quali ho intrapreso un percorso di formazione davvero bello. Ci siamo supportati, incoraggiati, aiutati a vicenda, abbiamo condiviso gioie e delusioni; forse l’età matura ci consente di cogliere con più consapevolezza le “connessioni” che la vita ci propone, sono contenta di questo!
Claudia

Su di me ...

Tanto per cominciare ... un salutone a tutti quelli che leggono.
Chi sono io? Vi chiederete...
Mi chiamo Danilo, sono nato a Saluzzo (un cuneese d.o.c.) nel lontano 1968.
I miei studi giovanili mi hanno condotto a seguire il filone magistrale (forse per scelta, o forse per caso) e dopo il Diploma di Maturità, se maturo mi potevo definire, ho intrapreso un precedente corso di laurea a Torino in Pedagogia con indirizzo psicologico: mi ha sempre affascinato la possibilità di indagare i meccanismi della psiche. Per problemi di varia natura non potei terminare il corso di laurea, con grande dispiacere e senso di incompiuto.
Ho insegnato per 18 anni in una scuola primaria, dove ho ricoperto l'incarico di vicedirigente e di funzione strumentale per l'informatica. Ho partecipato anche ai corsi Indire FORTIC A, B, e C1, come corsista e DM 61 come tutor.
Attualmente sono comandato da due anni presso l'Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte, ma nel profondo rimango un'insegnante e per questo penso tornerò a scuola, della quale mi mancano il contatto con i bambini (ciò che dà sapore al nostro essere docenti) e il rapporto con i colleghi.
Cosa posso dire di me? Ho una bella famiglia a cui tengo molto: moglie e due bambini, maschio e femmina; coltivo molti interessi: mi piace dipingere, suonare, amo la montanga con la sua serenità e le lunghe camminate, ultimamente ho riscoperto anche il mare con il suo profumo che mi rilassa e distende. Mi piace tenermi in forma, per cui vado in palestra e poi ho una grande passione per l'informatica: cerco di essere aggiornato sulle ultime innovazioni e sono curioso di apprendere ciò che non padroneggio (perciò sono sicuro che questo corso mi arricchirà).
Tre anni fa decisi di mettere fine ai miei studi incompiuti ed è proprio per questo che mi sono iscritto al corso di laurea della Italian University Line; ora mi trovo a vivere questa esperienza con un gruppo di compagni di viaggio che mi ritengo fortunato di aver incontrato; come Claudia anche io sono ... un po' ansioso e nel gruppo ci sosteniamo a vicenda, mettendo in pratica ciò che la teoria ci ha insegnato circa la collaborazione nell'apprendimento.
Ora l'avventura sta quasi per terminare, ma forse dopo ne inizierà un'altra, chi lo sa!
Quello che conta è aver voglia di ... osare e crederci.

Ciao Danilo.

sabato 7 marzo 2009

prova il post!!

Ciao, sto provando a scriverev un post.......chissà chissà che verrà fuori.
Buonanotte a tutti voi se riuscite a leggermi
Valeria