sabato 28 marzo 2009

Il pacco

Dopo aver letto il post di Andreas su “il pacco” ed aver visitato i diversi link, ho avuto delle conferme ai miei pensieri e cioè che le risorse (attuali e provvisorie) che questo nostro web ci offre sono infinite. Il problema è conoscerne fino in fondo le potenzialità, provare a sperimentarle inventando modalità di applicazione adattabili ai diversi contesti in cui ci troviamo ad operare. Certamente nella scuola occorre attenzione al “se”, al “come” e al “perché” usare gli strumenti del web e quali obiettivi si intendono perseguire. In molte realtà ci sono ancora problemi di tecnologie obsolete, specie nella scuola elementare, dove in alcuni dirigenti (sono rimasti in pochi, ma a me è toccato) stenta ad affermarsi l’idea che il nostro insegnamento vada ben oltre l’utilizzo di Word, Paint o al massimo di DVD dimostrativi. Personalmente ritengo che un blog di classe sia una bella avventura da intraprendere; oltre alle sei ragioni per realizzarlo, attinte da uno dei link del post

  • It gives your students an authentic purpose to write

  • Students have a real goal in sight when using the writing process
  • It allows your students to share their work with family members around the world.
  • It provides a way to create and explore media texts as a natural extension of the writing process.
  • It introduces your students to a new genre and form.

  • It may inspire some of your students to blog themselves and encourage them to see themselves as writers


aggiungerei la sua veste di possibile portfolio attraverso il quale l’alunno stesso, le famiglie, gli insegnanti possono prendere atto dei progressi, dei cambiamenti dei ragazzi in un percorso di formazione che non intenda solo quantificare le prestazioni. Tornando al “pacco” il concetto che mi disturba di più è che si continuino a proporre ovvietà come novità, pensando che se impacchettate, etichettate e formalizzate offrano una qualità migliore. E’ proprio l’utilizzo libero, esterno ad ogni piattaforma, che permette la nascita e la creazione di modalità nuove di connessione e produzione.
Inserisco un link, si tratta di un’intervista sul Web 2.0 suddivisa in due post http://www.oneweb20.it/24/06/2008/stefano-mizzella-didattica-e-web20/

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